Paolo Soleri: Beyond form
Il film sulla vita e l’opera dell’architetto italo americano è stato proiettato per la prima volta nella versione in italiano a Milano il 12 ottobre scorso, presso il Milano Design Film Festival.
Nell’aprile dello scorso anno, a 93 anni, muore in Arizona l’architetto italo americano Paolo Soleri. Nonostante il fatto che fosse uno dei più conosciuti architetti contemporanei, Soleri ha costruito molto poco, essendosi sempre posto ai margini della professione, privilegiando la sperimentazione su sistemi urbanistici alternative a progettazione edilizia speculativa. Di lui rimangono ora, a testimonianza del suo talento pochi edifici, per la maggiorparte raggruppati ad Arcosanti nel deserto dell’Arizona, prototipo in embrione delle sue utopie urbane.
Più che architetto progettista, Soleri è stato un urbanista, visionario e originale. Le sue visioni urbane, solo alcune trasferite in pietra e cemento, formano brani di citta che fanno parte – per lo piu – di un racconto inespresso, accennato, quasi bisbigliato. I prototipi costruiti – infatti – poco fanno apparire della prorompente grandiosità dei suoi progetti. Per lo piu megalopoli ad alta intensità che consumano soltanto un frammento dello spazio, lasciando allo stato naturale i territori che le circondano. Organizzate con un proprio ecosistema in armonia, piuttosto che in contrasto con la natura.
Soleri amava ripetere una sua frase, ripresa poi nei sottotitoli del fim: “… tutto quello che ci circonda è la somma del passato. ” Nulla è comprensibile se non attraverso la sua storia. La ‘Natura è l’equivalente del ‘divenire’: auto-creazione”.
Quella di Soleri è una concezione del mondo fortemente influenzata dal filosofo e panteologo gesuita francese Teilhard de Chardin. Il quale credeva ad una evoluzione della materia cosmica in materia, sia vegetale che animale, per poi arrivare all’uomo. Con tappa finale la riunione di tutta la materialità del mondo e dei fenomeni naturali con Dio. Pertanto, anche lo sviluppo spirituale dell’uomo è mosso dalle stesse leggi universali dello sviluppo della materia. Regole – quelle già presenti in natura – che guidano irresistibilmente l’umanità in un processo naturale che reca in se stessa la prova inequivocabile di originalità e creatività.
Conseguentemente Soleri, nel suo impegnarsi ogni giorno, si muove all’interno di una concezione altamente etica della professione, che non scende a compromessi e non si piega a diventare strumento di speculatori e imprenditori edilizi. I suoi progetti urbani sono pensati come rappresentazioni plastiche di società ideali autosufficienti. Città utopistiche, comunità urbane che hanno parecchio dello sperimentalie e che quindi si prestano a notevoli controversie; le quali. è facile immaginarlo, hanno accompagnato l’architetto per tutta la sua vita. Le sue ideazioni sono megapiani urbani, progetti macro architettonici e, allo stesso tempo, manifesti sia poetici che politici che descrivono un mondo inesistente ma che, con pazienza e buona volontà, è possibile costruire. Favorendo il divenire di una società dove, per l’intenzione dell’architetto, l’uomo può vivere finalmente all’interno di un processo armonico che ne favorisca la vita, all’interno di una struttura sociale egalitaria in armonia con la natura e con i suoi simili.
Le origini di Paolo Soleri sono radicate nel Norditalia nel periodo tra le due guerre. Nato a Torino nel 1919, dopo aver ottenuto la laurea in architettura al Politecnico di Torino nel 1946 , decide di trasferisi per specializzarsi negli Stati Uniti, dove dal 1947 al 1949 lavora nello studio di Frank Lloyd Wright. Le teorie architettoniche di quest’ultimo – in particolare quelle sulla plasticità e la continuità dello spazio costruito – hanno un effetto profondo sul lavoro successivo di Paolo Soleri. Nel 1950 torna in Italia dove progetta e costruisce una fabbrica di ceramiche sulla costa Amalfitana, lavoro decisamente influenzato dalla Sagrada Familia di Gaudi. Un edificio funzionale e allo stesso tempo di notevole valore estetico, con pareti pensate come sottili gusci sporgenti che esaltano le curve naturali della scogliera sulla quale è costruito. Un altro suo lavoro importante di quegli anni è il progetto di un ponte tubolare in cemento armato, dove le sollecitazioni strutturali sono contenute e risolte in forme tubolari molto innovative.
L’atmosfera dell’Italia di quegli anni non si adatta alle idee e ai sogni di Soleri il quale, dopo cinque anni di permanenza in patria, decide di trasferirsi permanentemente negli USA. Piuttosto che scegliere una grande città dove avvantaggiarsi della boom dell’edilizia del dopoguerra, Soleri decide di stabilirsi a Paradise Valley – presso di Phoenix, nel deserto dell’Arizona – non lontano dallo studio di Wright. Qui progetta e costruisce la propria abitazione che chiama “casa di terra” (1956-1958). Anche in questo caso ci sono le tracce e suggestioni derivate dalla filosofia e dall’estetica di Wright, insieme a richiami al lavoro di Gaudi.
Negli USA l’attenzione di Soleri si concentra su ben altro che singoli edifici. In questi anni comincia infatti a realizzare nel deserto la sua idea di spazio urbano, la sua utopia di una Città ideale contemporanea, al di fuori degli schemi della speculazione e dell’investimento edilizio e perciò senza committente che gli dia supporto finanziario. Piuttosto che rinunciare ai suoi ideali e cercare committenti nel settore speculativo privato, Soleri decide di adottare una forma di autofinanziariamento, mettendo in pratica le sue teorie urbane con l’aiuto di volontari, per lo più studenti di architettura. Comincia così a nascere Arcosanti, comunità – laboratorio per le sue teorie sull’ecologia e la progettazione urbana. Insieme ad essa Soleri crea la Cosanti Foundation, società non-profit il cui nome è una sintesi delle parole italiane ‘Cosa’ e ‘Anti’. Una fondazione educativa dedicata allo studio e alla ricerca di ciò che viene “Prima della Cosa, cioè gli elementi primordiali che dettano le leggi della natura e quindi dell’uomo.
Sono di quegli anni, inoltre, la sperimentazione derivata dalla sua conoscenza dei processi dell’industria della ceramica che diventa fondamento per la progettazione e la produzione delle Windbells, campane in ceramica e in bronzo e, inoltre, di oggetti di arredo architettonico, prodotti in siltcast. Per oltre 40 anni, i proventi derivanti della vendita di questi oggetti hanno finanziato la costruzione dei suoi progetti urbani, in special modo Arcosanti, la sua città ideale.
Tutta l’opera di Paolo Soleri è una denuncia degli attuali agglomerati urbani, senza forma e senza identità, che consumano troppe risorse naturali e tendono ad isolare tra loro i loro abitanti, relegandoli in abitazioni lontane dai centri commerciali, di lavoro e di svago. La teoria urbana di ‘Arcology’ prevede l’addensamento fisico della città che porta ad un migliore utilizzo del territorio e un uso più razionale dell’energia e delle risorse naturali. Il tal modo Arcology propone la creazione di un agglomerato urbano alternativo all’attuale che contiene al suo interno tutte le infrastrutture che consumano in modo sostenibile le resorse necessarie alla vita: energia, controllo climatico, produzione alimentare e industriale, depurazione di aria e acqua, trattamento dei rifiuti, ecc.
Nel suo libro del 1977, Earth’s Answer, Soleri così scrive:
“Il problema che stò affrontando è di cercare un’alternativa all’attuale città a bassa densità, che si estende per chilometri e chilometri. La proliferazione delle periferie ha letteralmente cambiato la terra, trasformando fattorie in parcheggi, con un enorme spreco di tempo ed energia per il trasporto di persone, merci e servizi lungo enormi spazi urbani. La mia proposta è di una implosione urbana in alternativa all’attuale esplosione”.
Mentre la tipica città di oggi devolve più della metà del suo territorio ad uso dell’automobile, nella forma urbana di Arcology, le automobili vengono relegate ai margini. Rese inutili dalla costruzione di edifici multi-uso che hanno al loro interno unità abitative. insieme a spazi di produzione, di lavoro e di ricreazione. Situate a breve distanza l’una dall’altra, le megastrutture offrono alternative e varietà di uso, facilmente accessibili a piedi. Facilitando la percorrenza pedonale, che diventa così la principale forma di trasporto urbano.
L’immediata vicinanza di una città fondata sui principi di Arcology alla campagna, permette il facile accesso allo spazio rurale con basso impatto ecologico, oltre a permettere agli spazi dedicati all’agricoltura di essere situati in prossimità della zona urbana. Questo, a sua volta, massimizza l’efficienza logistica dei sistemi di distribuzione alimentare. “Arcology” utilizza tecniche e metodi di progettazione che sfruttano l’energia solare, in modo passivo e attivo, riducendo il consumo di energia della città, in particolare in relazione all’illuminazione, al riscaldamento e al raffreddamento termico. Nel complesso, Arcology cerca di esemplificare un’alternativa sostenibile all’iper–consumo del territorio e agli sprechi della vita moderna attraverso la progettazione di una città più frugale, efficiente e intelligente.
Arcosanti è la conclusione progettuale della concezione socio-filosofica di Soleri che lui chiama ARCOLOGY: un agglomerato umano che incarna la presenza simultanea di architettura ed ecologia, una forma urbana tridimensionale integrata e compatta con la presenza di iperstrutture di elevata densità di popolazione. L’esatto contrario dello sprawl, l’espansione a macchia d’olio delle moderne periferie americane, a bassa densità abitativa e ad alto consumo di territorio.
Paolo Soleri, sempre nel suo libro ‘Earth’s Answer’, precisa:
” Arcology è in grado di dimostrare una risposta positiva ai tanti problemi della civiltà urbana, Quelli della popolazione, dell’inquinamento, dell’energia e dell’ esaurimento delle risorse naturali, della scarsità di cibo e, in ultima istanza, della qualità della stessa della vita. La struttura della città deve quindi contrarsi, minimizzarsi, al fine di sostenere le attività complesse che sostengono la cultura umana per dare una nuova percezione e una fiducia rinnovata nella società e nel suo futuro. Principio fondamentale di Arcology è che la città è lo strumento necessario per l’evoluzione del genere umano.”
La grande carica etico-sociale è stata la forza e – allo stesso tempo – la debolezza dell’architetto italo americano. Le sue visioni urbane sono decisamente alternative alla confusione e alla alienazione della città moderna. Con vantaggi ovvi e facilmente riscontrabili. Per poter essere attuate però, è necessario delegare ad un’autorità superiore tutta una serie di decisioni che, attualmente fanno parte del libero arbitrio di ogni individuo che vive in uno stato democratico. Visioni che, tra l’altro, per la loro natura di progetto completo pensato nei minimi particolari, non possono coesistere con altre visioni e concetti alternativi di futuro sviluppo urbano.
I progetti di Soleri rimangono quindi nella sfera delle utopie urbane, come continuazione della tradizione degli architetti utopisti del rinascimento italiano, Filarete, Scamozzi, Rossellino, per parlare dei maggiori. I quali, mossi da fervore civile e da una voglia di sovvertire per cambiare in meglio un mondo ancora immerso nel medioevo, sognavano – alla stregua di Machiavelli – la venuta di un principe illuminato che riuscisse ad imporre l’utopica ideologia del sopravvento della cultura al sociale. Realizzata col sopravvenire del Principe, entità superiore portatrice di un nuovo ordine politico, economico e sociale, e fautore di una nuova società progressista che vive e lavora in un ambiente urbano alternativo, una città ideale pensata e realizzata da pochi addetti ai lavori per il bene di tutti.
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